Menu Menu

Il lievito potrebbe essere la risposta per sconfiggere l’inquinamento da plastica?

Negli ultimi anni, gli scienziati hanno sperimentato l’utilizzo di funghi speciali e batteri unici per contribuire ad abbattere la fastidiosa plastica che inquina il nostro pianeta. Ora hanno scoperto una nuova arma per il loro arsenale: il lievito.

La plastica può essere stata utile agli esseri umani in innumerevoli scenari diversi negli ultimi decenni, ma la loro durabilità ci ha portato ad affrontare un incubo ambientale.

Un tipo di plastica, la poliolefina, è particolarmente preoccupante. Si trova ovunque, dalle fragili borse della spesa alle parti di automobili ed è noto per la sua resistenza al degrado, all'intasamento delle discariche e ai rifiuti dell'ambiente circostante.

Come la maggior parte delle materie plastiche, le poliolefine contengono una miriade di sostanze chimiche tossiche, che rappresentano una minaccia significativa per il mondo naturale e per la salute umana. Capire come affrontarli è stata finora un’impresa difficile sia per scienziati che per biologi.

Per uno scherzo del destino, però, un gruppo di ricercatori ha scoperto che un umile microrganismo, il lievito, potrebbe contenere la chiave per affrontare la difficile situazione delle poliolefine.

 

Un lievito che mangia plastica

Secondo un rapporto pubblicato nella rivista mSystems, gli scienziati hanno scoperto una specie di lievito chiamata Yarrowia lipolytica che è in grado di metabolizzare sostanze chiamate idrocarburi – un composto chimico presente nelle plastiche poliolefiniche.

Alterando le sue vie metaboliche e amplificando la produzione di energia e la sintesi dei lipidi, il lievito è in grado di scomporre il materiale plastico prima di trasformarlo in una fonte di cibo.

Come risultato di questo processo biologico, agli scienziati sono rimasti preziosi sottoprodotti, tra cui l’acido citrico, riconosciuto come un ingrediente chiave necessario per creare plastiche biodegradabili.

File: Colonie Yarrowia lipolytica YGC 54.jpg - Wikimedia Commons

I processi naturali possono aiutarci a risolvere il nostro innaturale problema della plastica?

Negli ultimi anni, gli scienziati hanno cercato nuovi modi per affrontare l’inquinamento da plastica attraverso il riciclaggio biologico.

Ciò implica consentire agli organismi naturali – come batteri, funghi e lieviti – di scomporre la plastica nelle sue forme più elementari in modo che possa essere riutilizzata in qualcosa di nuovo.

Un gruppo di scienziati lo ha fatto già osservato vari batteri abbattono completamente l’inquinamento da plastica nei nostri oceani, mentre un altro gruppo di ricercatori lo ha fatto iniziato a creare bioplastiche con l'aiuto dei batteri.

Come i batteri dell’oceano, il lievito Yarrowia lipoly adatta i suoi processi metabolici per prosperare con una dieta plastica. Ma gli scienziati notano che per scomporre la plastica viene utilizzata così tanta energia metabolica da limitare la crescita del lievito.

Ammettono che sono necessarie ulteriori ricerche per capire come ottimizzare i processi di degradazione della plastica.

Tuttavia, la scoperta di un altro microrganismo che distrugge la plastica è entusiasmante poiché ci avvicina un passo avanti verso un domani più sostenibile e senza plastica.

Accessibilità