Invece di pre-costruire case sulla Terra e inviarle nello spazio, una stampante 3D verrà inviata sulla Luna tramite un razzo per completare il lavoro lì. Lo stampatore avrà il compito di costruire strutture abitative a strati, utilizzando uno speciale calcestruzzo lunare realizzato con componenti della superficie lunare.
La superficie craterizzata della Luna è costituita da frammenti minerali, noti come "scaglie di roccia". Composti da pezzi di varie dimensioni, questi frammenti di roccia sono ciò che rende la superficie della luna estremamente polverosa e ruvida.
L’unico problema è che quando questa polvere viene disturbata, si gonfia in nuvole nocive che sono velenose per gli esseri umani se inalate. La polvere è inoltre estremamente abrasiva e può tagliarsi come il vetro.
Sembra spaventoso, ma molti scienziati sostengono che, se utilizzato correttamente, raccogliere la polvere minerale della Luna e trasformarla in cemento potrebbe essere una soluzione chiave per vivere lì.
Detto questo, la stampa 3D nello spazio avrà le sue sfide.
Sebbene le leggi della chimica siano le stesse, ci saranno sfide legate alla fisica. Di conseguenza, qualsiasi attrezzatura destinata alla Luna deve essere sottoposta a test rigorosi sulla Terra per garantirne la capacità di resistere al duro ambiente lunare.
È qui che entra in gioco il Marshall Space Flight Center.
Il centro vanta oltre una dozzina di camere di prova in cui vari componenti dell'edificio sono soggetti a condizioni di radiazione e vuoto termico che rispecchiano quelle incontrate nello spazio.
Nel febbraio 2024, la sua stampante 3D sarà sottoposta al suo primo test inaugurale nella più grande di queste camere. Gli scienziati della NASA stanno anche lavorando allo sviluppo di un cemento lunare sintetico che possa sostituire i materiali lunari durante i test condotti sulla Terra.
In un laboratorio di Marshall, i ricercatori stanno sperimentando con polvere lunare artificiale che è stata modellata in forme cilindriche. Questi cilindri assomigliano a pezzi di cemento che possono stare nel palmo di una mano e mostrano una notevole resilienza se esposti a una torcia al plasma, resistendo a temperature fino a 3,400 gradi Fahrenheit.
Questo risultato promettente dà agli scienziati la certezza che quando alla fine lavoreranno presenti materiali lunari, le strutture funzioneranno bene anche di fronte alle temperature torride causate dagli atterraggi di razzi.
Infine, sappiamo tutti che non esiste IKEA sulla luna e che le case sono molto più che semplici muri e porte.
Le persone che vivono sulla Luna avranno bisogno di arredi per sedersi e dormire e di vari altri elementi essenziali per supportare le loro attività quotidiane.
Jennifer Edmunson, la geologa capo del Marshall Space Flight Center, sta collaborando con università e imprese private per sviluppare prototipi di mobili e interior design rispettosi dello spazio.
In particolare, l’Ames Research Center della NASA ha unito le forze con i ricercatori dell’Università di Stanford per estrarre minerali specifici dal suolo lunare sintetico. Questi minerali vengono poi impiegati per creare una gamma di piastrelle colorate, come verde, grigio e bianco, con potenziali applicazioni che si estendono a cucine e bagni all’interno degli habitat spaziali.
È probabile che tutto ciò richiederà molti tentativi ed errori. Ma se tutto andasse a buon fine, ciò potrebbe gettare le basi per avere interi quartieri sulla Luna – o per lo meno, un paio di Airbnb.
Alla fine, un progetto simile potrebbe essere esteso e portato avanti su Marte – qualcosa che secondo il team della NASA sarà un obiettivo a cui tendere nel prossimo futuro.