L’idrogeno è considerato da molti la chiave per decarbonizzare l’energia, ma il modo “a basso contenuto di carbonio” degli Emirati Arabi Uniti di trasportarlo attraverso l’ammoniaca blu sta suscitando scetticismo da parte degli esperti.
Quando il presidente della principale conferenza mondiale sul clima è allo stesso tempo il capo di uno dei dieci principali imperi produttori di petrolio, è comprensibile che gli esperti vogliano che le sue grandiose affermazioni ecologiche siano comprovate dalla scienza.
Negli ultimi anni, il sultano Al Jaber ha pubblicizzato l’“ammoniaca blu” come mezzo per sbloccare finalmente l’immensità potenziale dell'idrogeno – che, se sfruttato correttamente, potrebbe decarbonizzare definitivamente le nostre industrie più inquinanti.
L’ammoniaca è un vettore artificiale di idrogeno, creato quando il gas e l’azoto reagiscono, ed è l’attuale metodo scelto per trasportare e immagazzinare la maggior parte dell’idrogeno che produciamo.
Il problema principale, tuttavia, è che la creazione di ammoniaca è di per sé un processo ad alta intensità energetica, che rappresenta il 3% delle emissioni globali di carbonio.
Sultan Al Jaber sostiene che l'ammoniaca blu è un'alternativa a "basso contenuto di carbonio" che sosterrà l'economia dell'idrogeno nell'imminente futuro, rendendola conveniente e fattibile da implementare.
Mentre ammoniaca verde è l’unica forma veramente sostenibile del gas, creata utilizzando costose energie rinnovabili, l’ammoniaca blu prevede l’utilizzo della cattura del carbonio per rimuovere manualmente la CO2 dal normale processo di produzione dell’ammoniaca.