L'adattamento drammatico di Ryan Murphy del caso Jeffery Dahmer è un grande successo per Netflix. Nonostante gli studi apparentemente ben intenzionati sulle tensioni razziali, lo spettacolo rende ancora affascinante Dahmer e riduce la vera tragedia a comode battute sui social media.
Attualmente in cima alla home page di Netflix, "Dahmer" racconta e segue la storia del prolifico pedofilo, cannibale, stupratore e serial killer Jeffrey Dahmer, che ha ucciso diciassette persone in un periodo di tredici anni.
La narrazione è inquadrata attraverso gli occhi delle vittime e delle loro famiglie, con riproduzioni di filmati di corte utilizzati per concentrarsi sull'incompetenza e sui pregiudizi razziali delle forze di polizia dell'epoca.
Jeffrey Dahmer è uno dei serial killer più famosi mai. È apparso in innumerevoli spettacoli, podcast e documentari nei decenni da quando era attivo.
Il vero crimine come genere sta godendo di un boom di popolarità nell'era dello streaming, con nuovi podcast e programmi che attirano un vasto pubblico al momento del rilascio. La serie ha portato 19 milioni di ascoltatori nel 2015, il ritratto di Ted Bundy di Zac Efron è stato un successo nel 2019 e Netflix continua a produrre documentari a un ritmo costante, inclusi spettacoli su Jimmy Saville, Chris Watts, Sharon Marshall e molti altri.
L'appetito del pubblico per le storie di serial killer è più insaziabile che mai, incoraggiando le piattaforme a puntare pesantemente sui documentari per mantenere gli abbonati paganti. Nel Regno Unito, John Wayne Gacy Tapes e Dahmer sono entrambi tra i primi dieci programmi di tendenza su Netflix. Facendo clic sul tag "inquietante" vengono visualizzate pagine e pagine di contenuto simile.
Con un così alto incentivo commerciale a continuare a sfornare programmi di questa natura, emergono ovvie domande sulla responsabilità etica e sul romanticismo inappropriato.
A che punto una vera indagine criminale si sposta dal giornalismo informativo all'intrattenimento di sfruttamento? È una linea che è diventata sfocata e provocatoria.
Dahmer è l'ultimo caso da affrontare, in gran parte per il suo marketing, la ricerca in background e i tag LGBTQ insensibili. È un vero tentativo di discutere di discriminazione razziale e sessuale, o è una presa di denaro da un servizio di streaming sempre più dipendente dal vero crimine per coinvolgere gli spettatori?