La nuova funzione di "modifica" di Twitter è una buona cosa?

Un nuovo, attesissimo strumento di "modifica" è in fase di test internamente per Twitter. L'aggiornamento consentirebbe agli utenti di modificare i tweet fino a 30 minuti dopo la pubblicazione. Questo potrebbe aprire la porta a ulteriori problemi di disinformazione?

La maggior parte di noi ha probabilmente dovuto eliminare un tweet in precedenza.

Che fosse dovuto a negligenza, rimpianto, errori di ubriachezza o errore di battitura, quasi tutti gli utenti di Twitter hanno ritirato i contenuti prima o poi. Ma se ci fosse un'opzione per "modificare" i tweet prima che siano cementati per sempre?

È una funzionalità che gli utenti chiedono quasi sin dalla concezione del sito Web e potrebbe finalmente essere presto disponibile. Twitter sta attualmente testando internamente un pulsante di modifica che consentirebbe agli utenti di modificare i tweet fino a 30 minuti dopo la pubblicazione.

https://twitter.com/Twitter/status/1565318587736285184?s=20&t=P6XUXQMc879jMt1r8HRS4g

Dopo la fase di test iniziale, verrà quindi distribuito su Twitter Blue, ma inizialmente solo tramite un singolo paese.

Sebbene Twitter Blue non sia disponibile nel Regno Unito, gli utenti negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda possono pagare un sovrapprezzo per funzionalità extra, inclusa un'opzione "annulla" che consente di correggere i tweet fino a un minuto dopo la pubblicazione.

In una dichiarazione, Twitter ha affermato che spera che una funzione di modifica più lunga renda i tweet "più accessibili e meno stressanti". La società afferma che la modifica ha lo scopo di "fare cose come correggere errori di battitura, aggiungere tag mancati e altro".

Finora, sembra tutto abbastanza semplice. Gli utenti riceveranno una notifica quando un tweet è stato modificato e vedranno le revisioni passate. Dopo 30 minuti il ​​tweet verrà bloccato e dovrai eliminarlo come al solito se vuoi ricominciare da capo.

La difficoltà con nuove funzionalità come la modifica, tuttavia, è che potenzialmente apre la porta alla disinformazione e ai contenuti ingannevoli.