Secondo una nuova ricerca, più della metà delle malattie infettive è stata esacerbata dai vari rischi associati al degrado ambientale, che rappresentano una minaccia significativa per la vita sulla Terra.
La poliomielite è tornata, il vaiolo delle scimmie non sta rallentando e il COVID-19 indugia ancora nell'ombra: in pratica, a meno che tu non abbia vissuto sotto una roccia, avrai notato che, insieme al costante deterioramento del nostro ambiente, la minaccia di la salute umana è cresciuta.
Ma se hai visto il famoso Bill Gates Ted Talk da prima che qualcuno di noi capisse la realtà di un blocco, saprai che c'era da aspettarselo.
Come ha avvertito, una pandemia globale è una delle cose che con maggiori probabilità provochi un enorme disturbo sociale e, in definitiva, metta fine al mondo.
Bene, secondo nuova ricerca, questo potrebbe essere all'orizzonte, perché il 58% delle malattie infettive (218 delle 375 che conosciamo) sono state esacerbate dai vari rischi associati ai cambiamenti climatici.
Lo studio esauriente, che è stato condotto dagli scienziati del Università delle Hawaii, ha scoperto che i risultati delle nostre incessanti emissioni di gas serra aggravano gli agenti patogeni e indeboliscono il nostro sistema immunitario.
I fattori scatenanti includono siccità, ondate di caldo, incendi, precipitazioni estreme e innalzamento del livello del mare, solo per citarne alcuni.
Analizzando oltre 70,000 documenti esistenti – alcuni dei quali risalgono a 700 anni prima dell'avvento dell'emergenza climatica provocata dall'uomo – sui legami diretti tra disgregazione ambientale e malattie infettive, hanno concluso che questi eventi stanno avvicinando i patogeni alle persone.
"Siamo diventati angosciati dal numero schiacciante di casi di studio disponibili che già mostrano quanto stiamo diventando vulnerabili alle nostre continue crescenti emissioni di gas serra", afferma il coautore dello studio, Kira Webster.